E dopo la polemica, immancabile, arriva il comunicatino stampa con rettifiche, marce indietro, distinguo, capoccie cosparse di cenere, tentativi comprensibili di salvare la poltrona ("Tengo Famiglia (cristiana) dottò"). D'altronde dopo la bufera mediatica, con tutti media a parlare per giorni del culo apparso su Famiglia Cristiana che ti aspettavi? A Ratzinger sarà preso un colpo, per la rabbia avrà sbattuto al muro i suoi scarponcini Prada rossi nuovi di zecca e poi avrà preso il telefono e apriti cielo (letteralmente, viste le frequentazioni). Bilancio della faccenda? I tipi del marketing della Vortice esultano: pubblicità gratis a gogò. Il direttore di Famiglia Cristiana si caca sotto. I cattolici sono turbati 'nella loro sensibilità' da un culo (bello, tra l'altro) dentro una doccia. I motivi, ci scuserete, ci sfuggono. E non tiriamo in ballo la storia della mercificazione del corpo femminile, prego: la nostra società è basata su questo e ai milioni di cattolici al mondo non gliene frega proprio un cappero, dato che non muovono dito per cambiare le cose. Però per protestare per il culo della loro rivista, sì che si muovono.
Comunque, per la cronaca, ecco l'abiura del povero Don Antonio Sciortino, il direttore dello scandalo, che precisa: "Famiglia Cristiana non ha rotto alcun tabù, non ha aperto le sue pagine al nudo e non ha fatto alcuna inversione di rotta". E continua, spiegando che "per quella pubblicità, che avrebbe meritato più oculatezza nella sua accettazione, non ho mai affermato, come hanno riportato alcuni organi di stampa, che avevo fatto una scelta etica, in piena armonia con la linea editoriale del giornale. Di fatto la sua pubblicazione ha ferito, purtroppo, la sensibilità di tanti nostri lettori, che ci hanno fatto pervenire le loro proteste". Di questo, conclude il direttore del settimanale, "doverosamente mi scuso con i lettori, riconfermando la volontà di attuare le linee editoriali che mi sono state indicate dalla proprietà e rinnovando l'impegno di continuare a servire la famiglia, come la rivista fa, ogni settimana, ormai da quasi settantacinque anni". Ronf ronf...